<  o  >

5.4.3  Marginalia con varianti

Con le glosse marginali ci si potrebbe trovare di fronte a situazioni piú complesse. Potrebbe infatti avvenire che tali glosse siano state riportate non solo da uno, ma da piú testimoni. In tal caso occorrerà dar conto di eventuali varianti fra i testimoni. Supponiamo ad esempio che la situazione sia la seguente

  • A: Vide etiam quod dicit Martianus de astrologia (in margine, di mano di Maurolico)

  • B: Vide quod dicit Capella de astrologia (in margine, di mano diversa da quella di Maurolico)

L'editore naturalmente sceglie come TC dell'annotazione marginale il testo autografo, ma vuole comunque dar conto delle varianti di B. Tale situazione andrà cosí descritta al Mauro-TEX:

\BeginNM
Et talis est praestantia sphaericorum
doctrina\NOTAMARG{
                 {Am/B:\MARG:Vide \VV{
                                     {*:etiam}
                                     {B:\OM}
                                     } quod dicit
                   \VV{
                      {Am:Martianus}
                      {B:Capella}
                      } de astrologia.}
                 }.
\EndNM
Sed ad definitiones accedamus.

Come si vede dall'esempio, è possibile innestare \VV all'interno di \NOTAMARG e dar conto delle varianti. Nel caso si scelga di dare i marginalia in apparato il risultato sarà il seguente:

Et talis est praestantia sphaericorum doctrina1. Sed ad definitiones accedamus.
1Vide etiam (etiam:   om. B) quod dicit Martianus (Capella B) de astrologia. in marg. Am B

Si noti che nell'esempio sopra riportato la prima \VV è un'omissione e quindi, per chiarezza, è bene riportare fra parentesi la lezione che B omette. La seconda invece è una variante testuale ``vera'' e si è ritenuto sufficientemente chiaro riportare fra parentesi solo la lezione di B (apparato negativo). Corrispondentemente la codifica delle due \VV è stata:

\VV{
   {*:etiam}
   {B:\OM}
   }

nel primo caso, mentre nel secondo:

\VV{
   {Am:Martianus}
   {B:Capella}
   }

La regola per codificare questi due casi è la seguente:

  • Se si vuole che la lezione principale venga riportata anche tra parentesi (primo caso) occorre non riportare nel primo campo di \VV il siglum ma inserire un asterisco (*); se si vuole che la lezione principale non venga riportata (secondo caso) occorre inserire il siglum del testimone nel primo campo.

Come si vedrà nel capitolo 7 (§ 7.1.2.3) questa regola per la costruzione di un ``sub-apparato'' (inserito all'interno di quello principale fra parentesi tonde) verrà utilizzata anche per trattare le varianti lunghe.

Se invece si decide di dare il testo del marginale in appendice, la codificazione per mezzo di \VV annidata dentro \NOTAMARG produrrà un appparato normale, come se si stesse facendo l'edizione di un altro testo.



<  o  >