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Ex Heronis et aliorum spiritalibus
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Ex Heronis et aliorum spiritalibus

3 ott. 2002


A cura di
Riccardo Bellé


Introduzione

1  Presentazione dell'opera

Gli Ex Heronis et aliorum spiritalibus sono un testo scritto nel 15341 nel quale Maurolico descrive alcuni dispositivi pneumatici il cui funzionamento è basato sostanzialmente su nozioni di idrostatica.

L'opera inizia con un paragrafo introduttivo nel quale vengono esposti i quattro principi base tramite i quali verrà dimostrato e illustrato il funzionamento di tutte le macchine. I primi tre riguardano il comportamento dell'acqua e si afferma, ad esempio, che l'acqua tende a scorrere verso il basso: ``aqua defluit ad imum''; l'ultimo tratta del vuoto: ``natura non admittit inane''.

A questa prima parte segue la descrizione vera e propria dei dispositivi: ad ognuno è dedicato un paragrafo, ciascuno col proprio titolo, il piú delle volte costituito da un sostantivo indicante la forma del congegno (ad es. siphon, turris, guttus etc.) accostato a un aggettivo che ne descrive la caratteristica (ad es. innatans, scaturiens etc.). Ogni paragrafo è accompagnato da una figura che illustra graficamente il meccanismo.

I titoli, nell'ordine col quale si presentano, sono: Siphon haustorius, Siphon innatans, Siphon pendens, Thyrsus vocalis, Lagoena loquitans, Guttus futilis, Urceolus duplex, Siphon scaturiens, Libramentum aquarum, Turris eiaculatoria, Situla horaria.

Si tratta per lo piú di dispositivi molto semplici, in particolar modo i primi; il siphon haustorius, ad esempio, spiega come mai un tubo, con un'estremità immersa in un liquido, quando viene aspirata l'aria dall'estremità non immersa, posta piú in basso del liquido stesso, continua a versare finchè il livello del liquido non scende fino all'altezza dell'estremità del tubo. Vi si trovano anche dispositivi curiosi, come il Thyrsus vocalis, un recipiente che immerso e tenuto sott'acqua produce, a causa dell'ingresso del liquido, un suono ``ita imitetur volucris cuiuspiam cantum''.

Questi stessi temi sono presenti anche in un'opera successiva di Maurolico, i Problemata mechanica, ed esattamente nelle questioni XXXIII e XXXIV della prima appendice, intitolata Nonnullarum Quaestionum Mechanicarum per Maurolycum. La questio XXXIII, ad esempio, è cosí formulata:2

Cur os siphonis aquam ex vase haurientis exterius, esse inferius aquae superficie oportet, secus neque aquam exhaurire, nec illam e vase esilire possit?

Come si può notare, Maurolico sta in questo caso parlando proprio del fenomeno che sta alla base dell'appena descritto siphon haustorius. Nel corso della risposta alla questio vengono riproposte da Maurolico le basi teoriche su cui si basano gli Spiritalia, e cioè considerazioni di idrostatica quali ``aquae peculiaris descensus est'' che richiama ``aqua defluit ad imum'', oppure ``aqua semper ad aequilibrium redigitur, inferiorem locum quaerens'', insieme al sempre presente e basilare principio secondo il quale ``natura non patitur vacuum'', corrispondente al ``natura non admittit inane'' degli Spiritalia.

2  Tradizione e novità

L'impostazione di base è desunta dall'opera di Erone relativa: gli Pneumatica.3 Anch'essa si apre con un paragrafo introduttivo (seppure molto piú ampio di quello mauroliciano e che coinvolge anche discussioni di natura filosofica sulla struttura dell'aria e dell'acqua) cui segue una parte contenente le descrizioni dei meccanismi veri e propri. Una differenza che appare subito evidente è che in Erone troviamo esposti un maggior numero e una maggiore varietà di congegni, anche molto complicati, mentre il testo mauroliciano propone solo una scelta limitata.

Questo può essere in parte spiegato dal fatto che la versione attraverso la quale Maurolico conobbe gli Pneumatica di Erone è molto probabilmente quella che si trova nel De expentendis et fugiendis rebus di G. Valla,4 opera che Maurolico conosceva almeno fin dal 1521.5

Dato che nell'opera di Valla si trovano solo alcuni dei meccanismi eroniani, e che la traduzione --- caratteristica comune a tutto il De expetendis --- presenta molti difetti e non brilla certo per chiarezza espositiva, possiamo forse spiegare in questo modo le differenze riscontrabili fra testo mauroliciano ed eroniano. A ciņ si aggiunga l'atteggiamento caratteristico di Maurolico di modificare e revisionare il testo secondo le proprie convinzioni e in base a propri studi autonomi: questi due dati, insieme con una serie di riscontri testuali, ci portano ad asserire che l'Erone mauroliciano si basa con grande probabilità sul testo di Valla.

Il titolo stesso dell'opera, Ex Heronis et aliorum spiritalibus, sottolinea da una parte, con l'uso di ex, la natura di ``selezione'' del testo, dall'altra, l'aliorum ci avverte che non tutti i dispositivi sono tratti da Erone.

3  Contestualizzazione dell'opera

Il testo, come abbiamo visto all'inizio, è datato 25 ottobre 1534, cosa che ci permette di inserirlo agevolmente nella biografia di Maurolico. Per quanto riguarda quei testi che Maurolico componeva al fine di illustrare i propri studi all'esterno, noti come Indices lucubrationum, diciamo che gli Spiritalia si trovano solo nella lettera di dedica della Cosmographia (1543): ``Heronis inventa spiritalia; ac nonnullae machinae hydraulicae a recentioribus inventae''.6 Gli Spiritalia ricompaiono solo dopo piú di vent'anni, nel biennio 1567--1568, in tre testi di carattere differente dagli Indices lucubrationum. Si tratta dell'Ordo congruus compendiorum, dell'Ordo servandus in legendis operibus e dell'Index rerum tractandarum.7 Questi tre testi ci forniscono un elenco dei compendi che Maurolico aveva scritto o aveva intenzione di scrivere nell'ambito di un vasto progetto enciclopedico. All'interno del compendio di meccanica troviamo, nel primo testo, un ``Ex Heronis de bellicis et hydraulicis machinis''; nel secondo, un ``Pappi, Heronis, M. Vitruvii mechanica et machinae''; nell'ultimo, un ``De machinis hydraulicis quaedam notanda''.

Come si può notare, tra il 1543 e il 1567-8 assistiamo ad un cambio di prospettiva per quanto riguarda gli Spiritalia: non vengono piú considerati un'opera a sé ma solo una parte del compendio di meccanica.

Aggiungiamo infine che nella Vita dell'Abbate Don Francesco Maurolyco, la biografia scritta dal nipote omonimo, Francesco Maurolico jr., comparsa a Messina nel 1613, troviamo un accenno alla turris eiaculatoria:

Fu egli inventore d'una machina giaculatoria, quale teneva un timpano distinto in due mansioni o (che dir vogliamo) vacui con alcune fistule, che d'una in altra mansione trasferendone l'humore, senza od aiuto estreno, od humano ministerio da sua posta per ispatio di meza hora contra ogn'ordine di natura il ributtava in aria.8

4  Testimoni

mss: Bibl. Naz. Roma, San Pant. 115, cc. 43r--44v, 46r--47v. (siglum A19)

5  Criteri di edizione

Il testo che forniamo è la trascrizione del manoscritto. Abbiamo uniformato la punteggiatura all'uso moderno laddove necessario.


1  Il manoscritto autografo nel quale sono contenuti porta infatti, in calce al testo, la data 25 ottobre 1534. Cfr. San Pant. 115, c. 46v.

2  Cfr. Problemata Mechanica, p. 41.

3  Cfr. Heronis Alexandrini Opera quae supersunt omnia, vol. I, Lipsia, 1900.

4  Cfr. op. cit. Venezia, 1501, libro XV, capitolo I, ``De spiritalibus''.

5  Per questa datazione si veda [Belle2000], per la conoscenza dell'opera di Valla in tempi successivi (attorno al biennio 1534--5, proprio gli anni in cui furono scritti gli Spiritalia) si vedano: [Tassora1995] e [Clagett1964], vol. III, parte III.

6  A questo recentioribus corrisponde, nel titolo col quale l'opera ci è giunta, l'aliorum.

7  I due ordines si trovano nel manoscritto Par. Lat. 7466, l'ultimo testo, invece, nel Par. Lat. 7471.

8  Cfr. op. cit., p. 5.

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