Seminari del PHC - Sergio Steffè - 31 gennaio 7, 14 febbraio 2000 - Comunicazioni tra Calcolatori  - PISA 

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1.8  La distribuzione dei costi e delle responsabilità.

A livello nazionale, il GARR ha ricevuto e riceve fondi da vari Ministeri che si occupano di Ricerca Scientifica, Cultura, Istruzione, e mantiene una rete che collega varie località italiane tra di loro e al resto di Internet. Per il suo funzionamento la rete si appoggia a vari grossi enti di ricerca. Il GARR non possiede fisicamente cavi o fibre che colleghino tutta l'Italia, ma ne ottiene l'uso dai grossi providers di telecomunicazioni. Stabilisce le politiche di routing e di uso per la sua rete e provvede a gestirla [vedi http://www.garr.it].

A livello locale, il SERRA riceve fondi dall'Ateneo e dalle istituzioni che finanziano la ricerca scientifica. Sta costruendo una vera e propria rete fisica, stendendo fibre ottiche attraverso Pisa. L'Università ha stretto accordi con varie altre entità pisane, interessate ad avere connessioni dati attraverso la città, ottenendo in alcuni casi dei grossi vantaggi reciproci: infatti il grosso dei costi riguarda le stesure dei tubi sotterranei in cui poi si fanno passare le fibre ottiche, e collaborazioni con enti pubblici locali vari hanno permesso o di trovare i percorsi più convenienti, o di dividere in certi casi le spese per i tubi, utilizzandoli poi per fibre utilizzabili sia dall'Università che dagli enti interessati (per esempio Scuola Normale Superiore, Scuola S.Anna, il Comune di Pisa, l'Azienda Ospedaliera, INFN, CNR, etc etc...). Il SERRA fornisce la connettività e i servizi di rete essenziali alle varie strutture universitarie [vedi http://www-serra.unipi.it/].

A livello di Dipartimenti, c'e' una situazione più variabile: non è stabilito chiaramente se debba essere l'Università a fornire direttamente a tutte le strutture la cablatura interna degli edifici, l'accesso in rete dagli studi e dalle aule. Inizialmente le strutture che ne hanno sentito maggiormente la necessità si sono mosse autonomamente con i loro fondi, progettando e gestendo in proprio la loro rete interna; più recentemente strutture che non avevano nessuna competenza per farlo da sé hanno ottenuto la "cablatura" direttamente dall'Università. Finora comunque la gestione ordinaria della rete e dei servizi di rete ricade quasi sempre interamente sui vari Dipartimenti (e centri di spesa analoghi).

Questo stato di cose determina ovviamente quali siano gli usi accettabili della rete, che sono quindi più ristretti di quelli che sarebbero leciti ad un privato che stipulasse un contratto con un provider privato.

Finché si scambiano informazioni all'interno dell'Ateneo, si può considerare lecita ogni transazione per cui si potrebbe usare altrimenti lecitamente la posta interna dell'Ateneo.

Appena si usa la dorsale GARR, occorre invece attenersi ad alcune norme un po' più restrittive: ogni Direttore di Dipartimento (o persona con simili responsabilità) collegato in rete è tenuto a firmare infatti una lettera di assunzione di responsabilità in cui garantisce un uso corretto della rete GARR, che - ricordiamolo - è pagata con i soldi dedicati alla ricerca scientifica.

Naturalmente ogni uso della rete è anche soggetto ad apposite leggi statali:

va ricordato che sono entrate in vigore da non molto anche in Italia delle norme sulla tutela del diritto di Autore anche per via elettronica, e sulla tutela contro le intrusioni non autorizzate sui sistemi protetti da passwords, e sulla tutela di certi tipi di informazioni riservate personali (la famosa legge sulla privacy), per cui per gli "hackers" c'è anche in Italia il rischio di una persecuzione penale.

Infine ci sono vari "galatei" sull'uso della rete, che più che norme o leggi sono dei consigli di buona educazione, o come si dice netiquette, che è bene seguire per non infastidire, magari anche senza volerlo o senza rendersene conto, il prossimo. Da un lato infatti i calcolatori sono piuttosto proni ad amplificare l'effetto di certe piccole distrazioni e disattenzioni in modo a volte inaspettato. Dall'altro lato - e questo è fertile terreno di studio per gli psicologi - la quantità e velocità con cui vengono scambiate informazioni senza il contatto umano spinge spesso ad usare delle espressioni volutamente un po' vistose per dare enfasi a certi discorsi (flaring), ed è facile che questo inneschi delle reazioni a catena che finiscono invariabilmente con comportamenti maleducati e scorretti o peggio.
 
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